Stop! Il Semaforo antismog al nord è rosso.
Queste prime giornate del 2020 dal punto di vista meteorologico sono state davvero magnifiche. Chi ha avuto la fortuna di frequentare località sciistiche si è trovato circondato da paesaggi innevati e cieli azzurri senza nuvole. La condizione di alta pressione che ci regala giornate stupende, assenza di precipitazioni e scarsa ventilazione, purtroppo però porta con sé anche l’innalzamento dei livelli di PM10. Per questo motivo, per la tutela della salute pubblica, molte amministrazioni del nord hanno imposto il blocco del traffico dei veicoli. I provvedimenti sono anche il frutto dell’accordo del 2018 tra le regioni Lombardia, Piemonte e Veneto. Quando nell’aria sono presenti più di 50 μg di PM10 per metro cubo, nella città con più di 30 mila abitanti, scatta il blocco della circolazione dei veicoli fino a Euro 4 e una limitazione nell’uso del riscaldamento negli immobili.
Torino, la città più inquinata d’Italia, ha provveduto al blocco del traffico già dal 2 gennaio. Non possono circolare nell’area metropolitana torinese i veicoli diesel sino a euro 4. Il protrarsi delle condizioni di superamento delle soglie ha reso necessario estendere il blocco anche ai veicoli euro 5 immatricolati prima del 2013 e alle vetture a benzina euro 1. La luce arancione di attenzione riguarda anche i comuni di Asti, Alessandria, Casale, Tortona, Novi Ligure, Vercelli, Novara e Trecate.
Analoghi provvedimenti anche in Lombardia. Nelle città di Como e Cremona rimangono i divieti di circolazione, mentre a Monza Bergamo Pavia e Vigevano i divieti di primo livello sono stati revocati. Le restrizioni sono state introdotte anche nelle province di Lodi e Mantova per il superamento della soglia di attenzione da oltre una settimana.
Nel corso della conferenza stampa presso la sede di Regione Lombardia è stato presentato l’8 gennaio 2020 un primo bilancio della qualità dell’aria durante l’anno 2019 appena concluso. La relazione, illustrata dal responsabile della qualità dell’aria per Arpa Lombardia, conferma una tendenza al miglioramento progressivo per ciò che concerne la concentrazione media annua del PM10. In tutte le stazioni di rilevamento il limite di 40 µg/m3 è stato rispettato. Anche il numero di giorni di superamento della soglia dei 50 µg/m3 sono in costante diminuzione. Stessa tendenza alla diminuzione anche per il PM2.5.
Andamento complessivamente in miglioramento anche per il biossido di azoto (NO2). La concentrazione media nel 2019 è stata inferiore al 2018 sebbene in alcune stazioni siano stati registrati superamenti della soglia, in particolare nelle zone di maggior traffico di Milano, Monza e Brescia.
Per quanto riguarda invece monossido di carbonio, benzene e biossido di zolfo i valori registrati sono al di sotto dei limiti di legge. Già da diversi anni, per questi inquinanti non si registrano superamenti delle soglie previste.
Per quanto riguarda invece l’ozono O3, durante il 2019 si sono registrati purtroppo diffusi superamenti in tutte le province lombarde, con rischi per la salute umana e per la vegetazione.
Anche nel Veneto, il superamento delle soglie ha determinato provvedimenti a Treviso, Mestre e Venezia. A Padova sono stati introdotti i divieti a causa del superamento dei limiti da diversi giorni. È possibile che il divieto venga esteso anche ai veicoli euro 4, ai motocicli immatricolati prima del 2000 ed anche ai veicoli commerciali diesel euro 4.
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