Euro 7: l’opposizione di 8 paesi europei alla nuova normativa
Euro 7: l’opposizione di 8 paesi europei alla nuova normativa
Italia, Francia, Polonia, Romania, Repubblica Ceca, Ungheria, Bulgaria e Slovacchia hanno firmato un documento ufficiale in opposizione alla normativa Euro 7 riguardante le emissioni dei veicoli a combustione. Questa mossa è motivata principalmente dai costi che i grandi produttori automobilistici europei reputano sconvenienti.
Chi non firma, ma espone le sue critiche
Germania e Portogallo non hanno firmato il documento di opposizione, anche se il ministro dei trasporti tedesco, Volker Wissing, aveva già espresso dubbi sulla normativa Euro 7. Il Portogallo invece sembra non aver preso una posizione definitiva in merito.
Questa normativa, che mira a regolamentare le emissioni dei veicoli a combustione, è stata oggetto di discussione e dibattito negli ultimi tempi, generando preoccupazioni tra i produttori automobilistici. Ad esempio, il CEO di Volkswagen, Thomas Schafer, aveva criticato le nuove norme definendole “deludenti” e a rischio di mettere fuori mercato le auto di piccole dimensioni.
Le ragioni dell’opposizione alla normativa Euro 7
Le nazioni firmatarie non si oppongono alla normativa Euro 7 nel suo insieme, ma si oppongono alla sua immediata attuazione entro il 2025. La ragione principale è legata ai costi di adeguamento della produzione alle nuove specifiche, considerando che i modelli sarebbero in commercio solo per un breve periodo di tempo.
È importante ricordare che entro il 2035 la vendita di veicoli a combustione interna sarà vietata in Europa. Di conseguenza, gli investimenti per l’aggiornamento delle gamme automobilistiche otterrebbero benefici solo per pochi anni sul mercato.
Differenze di costi non giustificabili
Sembra infatti che le differenze tra un modello Euro 6 e uno Euro 7 in termini di emissioni sarebbero trascurabili. Allo stesso tempo ci sarebbe un costo oneroso per i produttori per adeguare la loro offerta. In sintesi, investire nella produzione di veicoli a combustione Euro 7 non sarebbe conveniente.
Indipendentemente dalle opinioni personali, è evidente che l’elettrico rappresenti il futuro della mobilità in tutte le sue forme. Effettuare nuovi investimenti nelle soluzioni a combustione sarebbe controproducente, considerando l’avanzata inarrestabile delle produzioni cinesi e il primato di Tesla nel settore dei veicoli elettrici in Europa. Per questi motivi le maggiori difficoltà ricadrebbero sui marchi automobilistici storici del Vecchio Continente.
Le conclusioni del documento
Uno dei punti fondamentali del documento è il seguente: “È inoltre fondamentale valutare correttamente l’impatto del quadro Euro 7 proposto, anche sul comportamento dei consumatori, e garantire che le nuove norme sulle emissioni siano realistiche rispetto allo stato dello sviluppo tecnico e in termini di analisi costi-benefici. Solo un regolamento ben equilibrato fornirà il contributo positivo atteso alla protezione dell’ambiente senza mettere a repentaglio il futuro e la competitività dell’industria automobilistica europea, compreso l’accesso alla mobilità per i cittadini e la sua convenienza.”
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